Lo smart working, o lavoro agile, è una vera e propria rivoluzione del modo di lavorare. Si tratta di un approccio completamente nuovo e moderno, che modifica la visione tradizionale del rapporto tra il datore di lavoro e il dipendente e vice versa. È una filosofia aziendale che consente di sperimentare un nuovo modello che si basa sui risultati ottenuti, sulla flessibilità lavorativa, sull’autonomia e sulla responsabilizzazione e non soltanto sul numero di ore lavorate. Una serie di elementi che, insieme, danno vita a qualcosa di decisamente innovativo.
Con la capillare diffusione del web 2.0 e dei devices ad esso connessi, per le imprese si sono create nuove opportunità. Lo smart working diventa così molto più che “lavorare a domicilio”: il lavoro di dipendenti e dirigenti si fa più agile, sfruttando le potenzialità offerte dalla tecnologia. Una forma di lavoro molto più intelligente ed evoluta e con tassi di crescita importanti che aumentano ogni anno, coinvolgendo sia le imprese sia la PA.
Definire lo smart working solamente come un lavoro da remoto (telelavoro) sarebbe tuttavia riduttivo e non corretto. In modo più esaustivo, lo smart working mette insieme metodo, spazi e co-lavoro: la condivisione di luoghi "aperti" con altri professionisti, il lavoro mobile grazie anche a smartphone e tablet e mediante programmi di video conferenza e app attraverso il web.
L’utilizzo degli spazi di lavoro diventa così relativo, adattandosi al moderno concetto di digital workspace. Dipendenti o dirigenti che lavorano per un'azienda in modalità smart non hanno l’obbligo di recarsi in ufficio ogni giorno, ma possono interagire in sicurezza con esso, o con i clienti, tramite una connessione Internet, un PC, costruendo dinamiche flessibili, libere da rigidi orari e fortemente orientate all’ottenimento dei risultati.
Cos'è la collaborazione e la comunicazione integrata
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Il mercato del lavoro odierno richiede infatti flessibilità e un approccio ai problemi costruttivo, tanto che possedere competenze trasversali e capacità di problem solving può fare la differenza. La legge n.81 del 22 maggio 2017, inoltre, regolamenta lo smart working e ne definisce i confini. Il lavoro agile viene descritto come “una modalità flessibile di esecuzione del rapporto di lavoro volta ad aumentare la produttività e facilitare la riconciliazione del rapporto vita/lavoro”. Migliora dunque il senso di realizzazione del dipendente e con esso si ottengono diversi vantaggi: si riducono lo stress e l’assenteismo mentre cresce la produttività delle imprese e vengono rimosse le barriere geografiche. Si ampliano le prospettive e al contempo diminuiscono i costi aziendali e l’impatto ambientale.
Per lo smart worker che può lavorare da casa, l’ufficio non diventa un luogo interdetto, ma certamente ripensato. Le interazioni sociali continuano ad avere un ruolo importante anche in questo nuovo ambito, sebbene venga superata la concezione di desk fisico, che lascia spazio al moderno concetto di scrivania virtuale.
Che impatto sta avendo in Italia lo smart working? Secondo le conclusioni di una recente statistica pubblicata dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, il numero di lavoratori che lo praticano è in crescita. Nel 2019 sono arrivati ad essere 570.000, con un incremento del 20% rispetto all’anno precedente. Condividere con l’impresa obiettivi, valori e priorità aumenta anche la soddisfazione: sono infatti il 76% gli smart workers felici del proprio lavoro rispetto al 55% degli altri dipendenti. Tra le grandi aziende una su due dichiara di aver già sperimentato il nuovo approccio lavorativo. E se fra di esse la percentuale di progetti di smart working si assesta intorno al 58% (con solo il 2% in più rispetto al 2018), crescono invece le PMI che tra progetti strutturati e informali raggiungono il 18%. Il dato più significativo proviene invece dalle pubbliche amministrazioni. In un anno il settore pubblico ha raddoppiato i progetti di smart working, passando dall’8% al 16%. Il principale vantaggio percepito dai dipendenti? Il 46% non ha dubbi e cita il miglioramento dell’equilibrio fra vita lavorativa e privata.
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