Il primo passo è dunque comprendere quali siano i reali rischi informatici per una microimpresa. Il report 2019 di Clusit (autorevole associazione indipendente sulla sicurezza informatica) evidenzia l’aumento del 43,8% degli attacchi gravi compiuti per finalità di cybercrime e l’ulteriore rafforzamento, nel biennio 2017-2018, del trend, già presente nell’anno precedente, quando si era assistito alla diffusione di attività criminali “spicciole”, come campagne di estorsione realizzate tramite phishing e ransomware, che hanno colpito moltissime organizzazioni e cittadini italiani. Si indica con ransomware un malware che crea limitazioni nell’uso di un dispositivo informatico, ad esempio criptando i dati (cryptolocker) presenti, o impedendo in altro modo l’accesso al dispositivo stesso (locker-ransomware), con l’obiettivo di richiedere un riscatto alla vittima per consentirgli nuovamente l’accesso ai suoi dati. Anche le attività di phishing, pur rappresentando un sistema datato e ben noto, sono aumentate del 30% e riescono ancora a colpire diverse vittime anche attraverso tecniche sempre più raffinate, rese possibili da una produzione diventata industriale e a costi decrescenti. La minaccia arriva via email, imitando per aspetto e contenuti i messaggi legittimi di fornitori di servizi, con l’obiettivo di estorcere denaro o informazioni sensibili. Altre possibili minacce arrivano dal web, spesso da siti insospettabili compromessi all’insaputa dei proprietari, sfruttando alcune vulnerabilità di sistema, per diffondere malware che infettano chiunque vi acceda senza le opportune protezioni. Queste, come altre attività a largo spettro, sono in aumento, a differenza del passato quando il cybercrime si focalizzava soprattutto su settori specifici (banche, sanità, settore pubblico…) e grandi organizzazioni.
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Al fenomeno della digitalizzazione che rende ormai impossibile isolare qualunque l’azienda, si aggiunge la mobilità che consente di lavorare non solo in ufficio, dal proprio computer, ma da qualunque luogo utilizzando smartphone e tablet, a volte personali ma connessi per necessità ai dati e ai processi aziendali. I cyber criminali si sono attrezzati e, secondo il rapporto Clusit già citato, circa il 12% dei malware in circolazione è rivolto alle principali piattaforme mobili (come Android e iOS). Al rischio di attacchi diretti a tablet e smartphone si aggiunge poi la possibilità di smarrimento o furto dei dispositivi mobili che possono contenere informazioni critiche. In conclusione, nessuna azienda, sia essa una grande impresa o una microimpresa, uno small office o uno studio professionale, può considerarsi al riparo dai rischi informatici. I piccoli imprenditori dovranno dunque prendere le opportune precauzioni, organizzative e tecnologiche, per la sicurezza delle informazioni interne e dei loro clienti, e garantire così la continuità della propria attività.
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